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Tra fili di seta

E poi per fortuna esistono quegli attimi che rimangono lì, eterni, nella tua mente. Nonostante il passare del tempo, il mutare delle situazioni, la metamorfosi della nostra esistenza, rimangono lì, immobili, perfetti nella loro perfetta forma, per niente scalfiti dagli eventi, immortali.

I ricordi sono così, racchiusi sotto strati e strati di materiale, al sicuro, cristallizzati da una continua sedimentazione di strati di “presente”; rimangono eterni pronti a riaffiorare al momento più opportuno per regalarti occasioni di bellezza rara. Alcuni sono ricchi di dettagli, ancora quasi vivi, altri sono brevi lampi di luce, piccoli pezzi di un puzzle , e se ne stanno lì tra la mente ed il cuore.

Fu così che un giorno, senza nessun preavviso, mi balzò alla mente uno di questi… “ricordi”.

Stavo percorrendo un’ala del museo di scienze naturali di Londra, quando i miei occhi si posarono su di un elemento straordinario ed insolito, un’opera d’arte dal valore inestimabile, la cui descrizione recitava

Pietra calcarea con intrusioni di ammoniti, con una vena di calcite che corre attraverso il fossile.
Questo pezzo mostra molte sezioni trasversali di ammoniti (promicroceras marsdonensis). Periodo giurassico, circa 200 milioni di anni.”

 

In quel momento non mi attiravano tanto gli aspetti geologici, quanto la trama creata in essa. La natura, solo la natura aveva creato tanta bellezza, nessun disegno, né un progetto, solo una autentica composizione naturale, un regalo dato dalla casuale disposizione di conchiglie all’interno di una massa calcarea.           Una trama fitta di spirali, sepolte da circa 200 milioni di anni.

Rimasi un secondo a fissare, basita, la trama, cercando di capire come rielaborarla per la mia prossima collezione di moda che avrei prodotto di lì a poco. Fu allora che mi riaffiorò un ricordo…

Come ogni sera, me ne stavo lì rannicchiata con gli occhi spalancati in silenzio, attenta ad ogni singola parola che potesse uscire dalle sue labbra; imbambolata è il termine esatto. La sua voce, così dolce e calma, è una delle cose che più ricordo di lei. Ogni sera era una storia diversa, un vero e proprio viaggio ai confini del mondo. Una sera mi condusse in Cina. Mi narrò dell’imperatrice Xi Ling Shi, la giovanissima moglie dell’Imperatore Giallo, che inventò la seta.

La leggenda narrava che Lei-Tsu stava prendendo il tè in giardino, quando il bozzolo di un baco cadde nella sua tazza. Lei-Tsu, infastidita, afferrò il bozzolo per toglierlo dal suo tè ma questo, complice anche il calore della bevanda, cominciò a sfilarsi. E, metro dopo metro, coprì l’intero giardino.

Allora Lei-Tsu lo osservò meglio, e poté vederne la lucentezza e resistenza. Capì che quel filo misterioso si prestava ad essere tessuto. Ma non solo: rimosso il bozzolo, notò che al suo interno si nascondeva un baco e che quel baco si nutriva delle foglie del gelso che cresceva nel suo giardino. Invece di liberarsi dei bruchi, perciò, chiese al marito il permesso di piantare gelsi per poter coltivare i bachi.

Fu così che Lei-Tsu divenne non solo la scopritrice della seta, ma anche la prima sericoltrice e l’inventrice del telaio per la seta.

Dopo avermi raccontato questa storia, prese uno dei suoi foulard di seta e avvolgendomi mi strinse a sè. “Che buon profumo, nonna!” esclamai colma di gioia, mentre mi prendeva in braccio. Quel tessuto così morbido ed elegante mi accarezzava le guance, con quel suo inconfondibile fruscio.

Se vi dicessi che ancora ricordo quel profumo e quel sorriso, non mi credereste, ma è così… e quel pomeriggio, in quel museo, decisi che quei ricordi felici e quelle storie avrebbero tessuto la trama di ampi e variopinti foulard di seta, in cui le conchiglie, come gemme preziose ne avrebbero custodito il significato.

ALK@art