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Il ritmo dei passi

“E il ritmo dei passi ci accompagnerà, là, verso gli orizzonti lontani si va…”

Così facendo accadde che un giorno, all’improvviso, lui capì!

Giornate intere a riflettere, ad arrovellarsi, ad arrivare a certezze che la sera erano rimesse in discussione, e poi, accade l’imprevedibile. Come un lampo, tutto si rese chiaro e limpido, riconoscibile, la nebbia svanita, i nodi sciolti, la certezza di sapere cosa fare. Biagio, poteva fare solamente una cosa ….partire!

La strada era là che lo aspettava con ansia, e per lui avrebbe riservato solo le giornate migliori, un cielo azzurro come il mare, una nuvola qua e là per ripararlo dal sole nei tratti in salita, l’odore del vento per guidarlo nel sentiero giusto, un cielo sereno nella notte, per mostrargli quell’immenso tappetto di stelle prima di chiudere gli occhi e abbandonarsi al sonno.

La decisione era arrivata in un’ora qualunque di un pomeriggio qualunque, seduto nella comoda poltrona dello studio del padre, libri di diritto a tappezzare le pareti, cornici dorate con foto di famiglia, un velo di polvere a coprire ogni cosa, e poi, tutto d’un colpo…

Quella conchiglia! Quella conchiglia così bianca, così immobile e perfetta, uno dei pochi oggetti che avrebbe custodito con gelosia, testimone muta del cammino che il padre aveva fatto da ragazzo verso la città di Santiago. Lo aveva sempre considerato un oggetto del tutto inutile, Biagio, ma che mai come in quel momento lo chiamava così ardentemente.

La conchiglia è il simbolo distintivo del pellegrino, la comune capasanta (pecten jacobaeus, pettine di mare o conchiglia di San Giacomo).
L’origine di questo simbolo si perde nelle nebbie del tempo, diverse ipotesi sostengono l’adozione della conchiglia come simbolo del Cammino.

La più accreditata è quella per cui i pellegrini, arrivati a Santiago de Compostela, si spingessero fino al mare dove finiva il mondo conosciuto, Finisterre appunto. Lì, oltre al rito di bruciare gli abiti ormai consunti, si sa che si nutrissero del prezioso e saporito frutto del mare conservando la conchiglia come ricordo e, allo stesso tempo, prova di pellegrinaggio.

Così eccolo lì, con il cuore pronto e la gioia negli occhi, spogliato di tutto, e sulle spalle uno zaino con l’essenziale, con la conchiglia del padre agganciata come tratto distintivo…

La conchiglia di San Giacomo doveva essere cucita sul mantello o sul cappello ed era l’indicazione o il simbolo che il Pellegrino aveva raggiunto e visitato la tomba del santo.

Quando i suoi occhi, dopo il lungo peregrinare, scorsero per la prima volta il convento ne fu felice. Non seppe spiegare le sensazioni che provava, ma quando arrivò alla meta, tutte le fatiche ebbero un senso, la stanchezza svanì, il cuore gli si riempì di gratitudine. Quel posto, quel convento caro a suo padre, era lì, con le porte spalancate pronte ad accoglierlo.

Varcata la soglia di ingresso, cominciò a vagare guidato dal silenzio nei meandri di quell’immenso edificio e trovò tutto stupendo. Ma, cercava qualcosa in particolare, una scala, di cui mille volte il padre gli aveva raccontato! Vi era un posto all’interno del monastero dal quale si innalzavano tre scale a chiocciola concentriche che salivano parallelamente, seguendo l’una le curve dell’altra, senza mai intersecarsi e che portavano a tre porte diverse. Nell’esatto momento in cui si ritrovò circondato da esse, si pose al centro delle tre scale e sollevò lo sguardo. Solo una luce, un punto focale come se il centro del tutto fosse lì. Strinse a sé la sua conchiglia e per un attimo si sentì nuovamente figlio. Circondato da quell’atmosfera così calda, sentì la sensazione di essere finalmente a casa, e vicino, il respiro del padre.

ALK@art

 

Fonte immagine: m-linkspot.com