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MAI ABBASTANZA LONTANO

Se ognuno riuscisse a tornare al suo punto di partenza, al suo Io, sicuramente riusciremmo a capire che vivere questa vita è il più grande regalo che abbiamo, e vivere in questo mondo ancora di più. Tornare al proprio Io. Ricominciare a sentire di nuovo quella voce che sussurra alle nostre orecchie, quella voce che ci parla dei nostri desideri più profondi, di ciò che realmente sarebbe giusto fare, l’essenza delle cose.

C’è chi dice che per ritrovare sé stessi basta sedersi davanti l’orizzonte e fissarlo a lungo, ascoltando la voce del mare che ci calma e che ci da le risposte che cerchiamo. C’è chi ama ascoltare la musica per ritrovarsi, ogni suono stimola un sentimento nel nostro essere, ogni strumento è come se toccasse piccole corde della nostra anima. Poi ci sono quelli che amano leggere i libri. In realtà è la loro voce che sentono parola per parola, e la cosa più stupefacente è riscoprirsi a camminare nella propria mente. Boschi, paesaggi, protagonisti di molte storie che hanno le sembianze di qualcuno che conosciamo, o che semplicemente ci manca, incontri, emozioni che si intrecciano e che ci lasciano a volte anche riflettere o crescere. Poi ci sono quelli che amano dipingere, il colore è vita per loro. Si lasciano trasportare da stimoli visivi, dall’armonia dei colori, dalla possibilità di lasciare un segno, disarmati davanti alla tela solo il loro istinto creativo li porterà a scegliere un colore piuttosto che un altro, a lasciare un segno o no.

A Santander, in Spagna vi è un murales, realizzato nel 2017 da un artista italiano, Francesco Camillo Giorgino, noto come Millo. Il titolo dell’opera è “Mai abbastanza lontano” e l’autore lo descrive così “Nella nostra frenetica vita quotidiana ignoriamo milioni di piccole cose in grado di riconnetterci con le nostre esperienze e la vita passate. Queste cose non sono cose specifiche, potrebbero essere tutto, poiché la conchiglia mantiene il suono del mare, in grado di tracciare una linea tra noi e la nostra sfera emotiva. Non importa quanto siamo lontani, sono lì con l’obiettivo di ricordarci dove apparteniamo.”

Immaginare… quell’artista, una sera che decise di uscire fuori in giardino nonostante il freddo, spegnendo tutte le luci esterne della casa. Scelse il posto più buio, sistemò un vecchio telo da mare, poggiò la sua fedele conchiglia e si sdraiò con lo sguardo rivolto verso il cielo. Aprì gli occhi e all’improvviso si sentì protetto da quel fittissimo manto di stelle, loro erano lì che lo fissavano, più di quanto riuscisse a fare lui. Aveva visto centinaia di volte quel cielo sdraiato sugli scogli, nel suo paese natìo, e quella sera non poteva fare a meno di starsene lì ad osservarle ed ascoltare cosa aveva da dirgli la voce di quella conchiglia.

 

ALK@art

 

Fonte immagine: Street Artsist Millo