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LA TEORIA DEL FIOCCO DI NEVE

«Si ritiene che in qualche modo i frattali abbiano delle corrispondenze con la struttura della mente umana, è per questo che la gente li trova così familiari. Questa familiarità è ancora un mistero e più si approfondisce l’argomento più il mistero aumenta»

(Benoît Mandelbrot)

 

Non c’è cosa più brutta che contare i giorni che ti separano da una partenza. Più conti il tempo, e più sembra scorrere lentamente, non puoi farci niente se non aspettare. Mi ero da poco trasferita in quel piccolo paesino sperduto tra le montagne, ed ogni pomeriggio, già alle 5 dovevo ritirarmi a casa. Passate le 6 tutto veniva ricoperto da uno strato fittissimo di neve, e nevicava e nevicava così forte da non poter uscire più di casa. Ero relegata in casa per tutta la sera e la notte fino al sorgere del sole. Immensa tristezza!

Ero partita per mettere ordine nella mia vita, ma più che ordine, sentivo solo angoscia e tristezza lontana dal mio mare, da quel venticello che mi rasserenava i pensieri. Ero lì, a miglia di distanza da casa, in una triste casa immersa dalla neve, mi sentivo gelare dentro.

Quel giorno lo ricordo ancora, ero in biblioteca, in ateneo, stavo cercando non so quale libro importante per la mia tesi. Quando ad un certo punto, improvvisamente un libro cadde giù dallo scaffale. Si aprì su di una pagina bene precisa, un fiocco di neve al microscopio, mi abbassai per coglierlo e vidi che sulla copertina era stampata una conchiglia. Subito non capii cosa ci potesse fare un libro di geologia sulle conchiglie tra i libri di matematica… Lo portai al bibliotecario e lui illuminandosi, anziché riporlo lo mise nella sua sporta.

Non ci dormii la notte, osservavo il mio comodino vuoto e pensavo che quel libro lo aveva un’altra persona e quella persona non ero io.

Ore 7 sveglia e corsa all’università. Entro in aula, oggi prima lezione del modulo di Matematica. Il prof era già arrivato, mi appresto ad entrare, e noto sulla cattedra un libro a me familiare. La conchiglia! Che strano, non era la lezione di matematica? Passò poco tempo che riconobbi l’uomo della biblioteca. Era il mio nuovo prof di matematica. Prima di cominciare la lezione passò tra i banchi dei fogli, rappresentavano dei fiocchi di neve al microscopio. Non capivo ancora dove volesse arrivare. La conchiglia che sembrava una spirale, la neve. Ero un po’ confusa ma quando si mise a parlare, tutto divenne improvvisamente chiaro, immergendoci nella teoria dei frattali…

Cominciò così:

‘’Storicamente le strutture fortemente irregolari, considerate frattali, che hanno stimolato l’indagine scientifica, sono i fiocchi di neve. Osservando e ingrandendo un fiocco di neve ci si rende subito conto di come il suo contorno sia variabile e come esso presenti numerose autosimilarità. Il fiocco di neve guardata al microscopio è una struttura che consiste in una moltitudine di minuscoli cristalli di ghiaccio tutti aventi di base una esagonale che si ripetono similmente.

 Come fosse una spirale logaritmica che ritroviamo nelle conchiglie, esse stesse definite dei frattali, come altri elementi in natura tra cui molluschi, pigne, uragani, volo del falco, orecchio umano. Lo stesso Dna è costituito da una lunga catena a spirale.

Ogni frattale presente in natura “proprio perché ha lo stesso ordine naturale sembra seguire un percorso ordinato. I frattali possiamo definirli come figure geometriche complesse e caotiche caratterizzate dal ripetersi sino all’infinito di uno stesso motivo su scala sempre più ridotta di cui noi non potremo mai sapere come sia la figura finale del sistema.”

Dopo qualche giorno il libro con la spirale era sul mio comodino. Lì, avvolta nella coperta di lana della nonna, guardavo fuori dalla finestra attendendo la nevicata della sera. Speravo che anche solo un piccolo fiocco di neve scivolasse sul vetro della mia finestra per cercare di osservarlo da vicino. Ed io restavo lì, ad osservare quello spettacolo di perfezione che solo la natura poteva offrirmi…

 

KONK@art

 

Fonte immagine: FRATTALE VIA WEB