Single Blog Title

This is a single blog caption

La magia delle Sirene

La magia delle Sirene…Leggenda, storia o malìa?

Dal Canto delle Sirene di Maria Conti: “Chi dal mare guardava quell’isola sentiva l’approssimarsi di qualcosa nell’aria, come una misteriosa vibrazione. Se si avvicinava maggiormente la vibrazione diventava una voce femminile…un canto sottile, smorzato, insinuante che conosceva  i segreti delle pause e e aveva in sè un senso remoto”.

Rimase ammaliata, Marta, una domenica pomeriggio, leggendo un articolo di Rosanna Pirajno, L’isola degli incantesimi, in un cimelio trovato a casa su uno scaffale. Il suo immaginario la portò ad una piccola insenatura, vista non poco tempo prima nell’isola di Ustica ad ottobre. Ricordò quella immensa sensazione di benessere e raccoglimento dinanzi a un mare incantato e trasparente. Un panorama particolare: scogli circolari e solitari sparsi nel blu, non poco distanti dalla battigia fatta di ciottoli tondi e neri. Nessuna musica sullo sfondo solo la voce del vento e del mare in perfetta armonia, come fosse il canto magico delle sirene. Mentre leggeva, la sua passione per la storia e l’archeologia, la ricondusse agli studi classici e alle citazioni di Omero e Diodoro, che la stessa autrice Pirajno prese come fonte per i suoi nessi alle sirene. Sirene che amavano sedersi su un prato, o appollaiate su una roccia, e attorno si ammucchiava “un gran cumulo di ossa umane corrose dalla morte” come ci raccontava lo stesso Omero in una versione più cruda. Una visione un poco più infelice rispetto alla versione fantasy de La Sirenetta della Walt Disney. Omero, invece,  parlava di sirene vendicative e antropofaghe e di ossa di infelici che non avevano saputo sottrarsi alla malìa del loro canto ed erano finiti naufraghi.

Marta pensò subito a quella spiaggia, alla possibilità che sirene avrebbero potuto risiedere ad Ustica dato l’origine del nome dell’isola. Ustica, dal greco Ostèodes che il Diodoro, storico del verosimile, riconduceva al “biancheggiare delle ossa dei seimila mercenari ribelli abbandonati sull’isola, a morir di fame, dai Cartaginesi di ritorno da una delle loro guerre contro i Siracusani”.

Lo scorrere di pensieri fantasiosi e contrastanti, tra ricordi di una vacanza magica e ricca anche di storia, ebbe su di lei effetti emozionali molto forti. Continuando a leggere l’articolo, Marta passava da sensazioni di curiosità, da sete di conoscenza a immaginario macabro con risvolti positivi e magici. Marta, allora, ripercorse i sentieri splendidi di quell’isola degli incantesimi solitaria in mezzo al blu. Come rapita da quelle parole lette e dai ricordi, poggiò la mano su una delle pagine dell’articolo che stava leggendo e si avvicinò con il naso, cercando di riprodurre l’odore del mare mediante l’odore della carta. Dopo, ripose l’opuscoletto, e ne accarezzò le pagine. Il gesto, come un déjà-vu, la ricondusse ad una altra sirena dal mare di conchiglie, rimasta a lei impressa velocemente il mese precedente. Si alzò come incuriosita e si mise davanti al pc, si collegò ad uno dei suoi Social e ripercorse i suoi video preferiti. E lo trovò. Era un video visto nella bacheca di una sua amica. Lo azionò e lo rivide…Vide la sua amica accarezzare il mare di quella sirena. Come preda di un incantesimo, stoppò l’immagine nel punto in cui la sua amica sfiorava l’immagine ammaliante di una sirena riprodotta in un cartoncino bianco srotolato. Era linoliumgrafia di una sirena sospesa tra un cielo azzurro e un mare fatto di un pavè di conchiglie.

Solo dopo, Marta comprese che dalla sirena e dal suo mare disegnato di conchiglie era nato il tutto… come in una favola magica quelle creature naturali spiraliformi si erano trasformate in gioielli. Marta ripercorse a ritroso i post della bacheca dell’amica, e poco dopo spense il pc. Ritornò in camera dove aveva lasciato l’opuscoletto, lo prese e lo richiuse ripensando, come affascinata, al viaggio magico tra sirene che aveva ripercorso.

AC.@Style

 

Fonte immagine: mividaenmis-libros.blogspot.com