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La Bellezza del Caos di Sonia Biacchi

Ingegno e maestria, forza e vigore e insieme arte e poesia, questa è Sonia Biacchi.

Descrivere gli artisti, a volte è assai complesso… Riuscire a spiegare, dentro gli schemi della dialettica, la loro arte è come ingabbiare dentro le parole, qualcosa di astratto e irrazionale. Sì, parlare di Sonia, è come cercare di dar ordine al suo mondo che è volutamente e poeticamente “caos”, la sua complessità è perfezione e grazia al tempo stesso. Una personalità che unisce grandi doti immaginative a capacità realizzativa e che attraverso linee, forme e volumi di ispirazione geometrica e minimalista, dà vita a strutture simili a forme organiche. Un’arte particolare quella di Sonia Biacchi, artigiana d’eccezione, i cui costumi (vere opere d’arte) nascono e vivono come parte integrante della simbologia che compone i suoi spettacoli, andando ben oltre i confini della mera decoratività. Parliamo dell’arte del costume e di una professionista speciale, le cui creazioni possono a buon diritto definirsi “architetture per i corpi”. Lei stessa definirà la sua creatività attraverso gli spettacoli che mette in scena, il risultato di un lavoro di astrazione mirato a ricreare una rete di nudi segni. Ma ripercorriamo le tappe di quest’artista attraverso quella che oggi è la sua vita e la sua missione.

Sonia Biacchi vive e lavora a Venezia presso il Centro Teatrale di Ricerca che ha fondato nel 1983. É coreografa-costumista e produttrice: molti dei suoi spettacoli di teatro/danza sono stati tenuti in Italia e all’estero con nomi quali Gheorghe Iancu, Paolo Koss, Atsushi Takenouchi e Raffaele Irace. Conduce la sua ricerca sull’arte contemporanea nelle varie forme in cui essa si esprime. Dal 1973 al 1982 dirige il “Gruppo di animazione insieme”, composto da assistenti sociali, danzatori, musicisti, pedagoghi e insegnanti. Memorabile nel 1973 l’allestimento del “Parco della fantasia” nella sede del Palazzo Savorgnan Manfrin a Cannaregio (Venezia). Il suo teatro si contraddistingue da subito per la particolarità di essere un “teatro d’immagine o di figura” e ha come scopo la formazione nel campo del teatro, la produzione e la distribuzione di spettacoli.

La passione di Sonia Biacchi per l’oggetto e la forma e la sua continua ricerca espressiva che fa perno sull’immagine rende possibile la realizzazione di spettacoli teatrali dalla risonanza internazionale. La creazione di una realtà poetica immaginifica e stupefacente che non utilizza né la parola né “storie da raccontare” ma che ha origine dalle forme in movimento sulla scena sincronizzate con il ritmo musicale, temporale e il corpo in movimento dei danzatori. In un’intervista spiega il rapporto tra l’attore/danzatore e i suoi costumi: “Danzatore + costume è un’entità specifica. Si tratta della capacità del danzatore di trasformare la sua identità in un processo di immedesimazione totale del corpo “altro” con la struttura di cui avverte il peso specifico.” Con i suoi costumi la Biacchi ha prodotto numerosi spettacoli che sono stati rappresentati in varie città europee, Venezia, Torino, Napoli, Wolfsburg, Stoccarda, Vienna, Lione, Monaco ecc. Le sue opere sono state esposte in mostre monografiche a Napoli, ad Ercolano, a Monaco, a Valencia e a Buenos Aires. A chi le chiede quali forme artistiche e quali maestri abbiano influenzato il suo percorso, risponde: “Oskar Schlemmer, Alberto Viani, Alexander Calder, Santiago Calatrava, la cultura orientale nelle sue varie espressioni… ma è così complesso e misterioso il processo attraverso cui si acquisisce un proprio stile che penso non sia possibile rispondere.
Se si continua a tenere accesa la propria attenzione verso gli stimoli che costantemente sono sotto i nostri occhi, la nostra formazione non ha mai fine e le radici di essa non sono districabili
”.

In fondo, l’arte è qualcosa in continuo divenire, qualcosa di inspiegabile ma che ha in quel suo caos tormentato e tumultuoso, una bellezza senza dubbio inspiegabile.

Buon Lavoro Sonia!

ClarKinstyle

 

Fonte immagine: Pinterest