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KISS OF SIREN BY GUSTAV WERTHEIMER

Come può un bacio del 1882 rimanere immortalato nelle onde immaginarie della fantasia odierna? Eppure il dipinto di Gustav Wertheimer fa immergere in un erotismo di altri tempi, di altri mondi, surreali marini. Ritrae un aitante marinaio catturato dal bacio passionale di una bellissima sirena trasformatasi in umana. Ignara della trasformazione, sembra quasi voglia trascinarlo nelle profondità insondabili della sua passione.

Un pittore austriaco associato al movimento simbolista. Le sue opere nautiche, tra cui il dipinto The Kiss of the Siren (1882) conservato all’ Indianapolis Museum of Art, comprendono diverse varianti di questo motivo, così come numerosi pezzi correlati coinvolgono sfondi di acque tempestose, ragazze dalla pelle nuda e affascinanti pericoli del mare. Ma il bacio della sirena di Wertheimer sembra ritrarsi dai meccanismi patriottici popolari de ll bacio (1859) del pittore italiano Francesco Hayez, e pare ricalcare quei fermenti romantici che pochi anni dopo partirono dalla Romantik Deutschland.

Una sorta di ‘promessa di bacio’ della dea Venere che si ispira alla Metamorfosi di Apuleio, cioè chi lo merita riceverà «da Venere in persona sette meravigliosi baci, e uno addolcito di molto dal tocco della sua lingua carezzevole». C’est-à-dire, pure passion!

Come non può non essere la sirena, Signora del Mare, passionale con il suo bacio immortale tra le onde in tempesta? Immaginate così la storia di Clessidra…

 

Il galeone ormai imbarcava acqua da un pezzo, sbattuto tra onde di due metri e mezzo che s’insinuavano tra le assi del ponte del paiolato di legno. Ancora poche ore e gli restava che attaccarsi con tutte le sue forze all’ultimo pezzo galleggiante della prua. Il vento soffiava tra le corde producendo suoni inquietanti, ogni tanto lo stordimento, portavano Aaron ai ricordi della dolce nenia cantata dalla madre per cullarlo. Come cullato da quel suono leggero, si abbandonò al tempestoso rollio e si addormentò. Fu destato da uno strattone improvviso, due braccia lo tiravano verso giù. Aveva il piede bloccato in un foro che si era creato nella lignea pavimentazione… Dove si trovava? Che ci faceva a prua? Di chi erano quelle braccia umane? Non sentiva più le grida dei suoi compagni di viaggio, sentiva ancora quel dolce canto. Tra le note del vento e del mare sentì intonare << Sono Clessidra, non c’è più tempo, più passa il tempo, più s’alza il vento! >>. Non comprendeva cosa fosse quella creatura surreale, mezza donna e mezzo pesce che gli ripeteva come una formula magica quella frase, voleva incantarlo. Era una sirena! Ne ebbe paura, sapeva quanto fossero pericolose, e quanto fosse mortale farsi trascinare giù tra i loro abissi. Sentì ripetersi di nuovo quella frase. Come preso da un raptus, accecato dal sale negli occhi, stordito da quel canto erotico, l’attirò a sé sollevandola, e la baciò. Un lampo sembrò quasi aprire il cielo e le acque e colpì una parte emersa del galeone, spezzandola in due, ed egli stringendo a sé ancora l’algida creatura, vide sprofondare quel che restava della sua salvezza. Si aggrappò con tutte le sue forze al grosso dritto di prua e pensando che non avesse più nulla da perdere baciò nuovamente passionalmente Clessidra prima che ripetesse nuovamente quella cantilena. Un tuono rimbombò all’istante come a spezzare l’incantesimo di mille sirene. Cominciò a piovere, ormai galleggiavano insieme avvolti da un abbraccio tra le onde… Lei divenne umana, e per tutto il tempo senza tempo, Clessidra amò il suo Aaron, portandolo in salvo su lande sabbiose di un’isola vicina.

 

Ambra Calamia, Art Director Konk aka A.C.@Style

 

Fonte immagine: aliseinwonderland.com