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Genius Loci, il faro di Valona

Non dimenticherò mai la prima volta che vidi un faro. È stato quando avevo cinque o sei anni, ricordo di aver provato un moto di affinità con quelle meravigliose sentinelle che guidavano le imbarcazioni della Guardia Costiera e i marinai stanchi lungo le infide rotte del mare. Come può un semplice raggio fare la differenza per così tante vite? Come possono tante persone fidarsi di quella luce e di quelli che la custodiscono?

tratto da Il guardiano del faro, Sergio Barbaré

 

Il nuovo porto per lo stoccaggio dei prodotti petroliferi e l’area residenziale annessa sorto a Valona, in Albania, è un esempio emblematico di come un progetto nasce dall’ascolto di un elemento essenziale ed imprescindibile che caratterizza ogni luogo, il genius loci. Quest’ultima è un’espressione tipicamente romana collegata a tutto ciò che il luogo è e che vuole essere. Infatti anche l’architettura deve rispettare il luogo, integrarsi con esso, ascoltare cioè il suo genius loci.

Coinvolta sin dal principio in quest’avventura, l’Architetto Patrizia Pozzi, che da molti anni si occupa della relazione tra architettura e natura, è partita dall’osservazione del luogo, qui nello specifico, il faro di Valona. Inserendosi armoniosamente nel contesto esistente, il progetto del faro e delle residence progettato da Patrizia Pozzi, trae ispirazione dalle forme della natura marina del sito e si lascia modellare dalle presenze naturali: sabbia, acqua, vegetazione spontanea.

“Sono stata seduta ore sulla spiaggia a Valona”, racconta, “per capire quali erano le forze della natura prevalenti. Appena giunta sul luogo dell’intervento, mi si è presentato un paesaggio caratterizzato da elementi naturali prorompenti: sole, acqua, sabbia, vegetazione spontanea piegata dal vento. Proprio il vento che batteva quel pezzo di litorale è stato il punto di partenza; subito dopo, una conchiglia trovata sull’arenile è stata la vera ispirazione”.

Le conchiglie a cono hanno ispirato la tipologia abitativa della “torre faro”. L’accesso alla sommità della torre avviene attraverso una scala che si avvolge a spirale attorno all’edificio, contribuendo a slanciare l’edificio verso l’alto.

Le conchiglie a chiocciola hanno ispirato la tipologia abitativa dei “mini alloggi”. Nella parte centrale, il cuore della chiocciola, il luogo dove in natura si rifugia il mollusco, è stato collocato il camino, che funge da cerniera.

I manufatti architettonici si sono ricollocati a livello planimetrico e di skyline proprio con la stessa naturalezza delle conchiglie che lì erano state trovate. Le abitazioni sono state riposizionate nella sabbia a quote d’imposta diverse ispirandosi così al loro stato naturale. Sabbia, vento, nuvole, rocce: alla fine il sito se ne è riappropriato in totale armonia con le nuove costruzioni. Il vento ha poi contribuito a modellare le dune ridandogli la loro naturale morfologia.

Ripredendo Agelo Sofo sul “Genius Loci” – Lo spirito del Luogo, cita l’Architetto Norberg-Schulz il quale sosteneva: Proteggere e conservare il genius loci significa concretizzarne l’essenza in contesti storici sempre nuovi. Si può anche dire che la storia di un luogo dovrebbe essere la sua autorealizzazione”. Come dire che, a saper bene indagare, ogni luogo reca in sé i segni di ciò che esso vuole essere o divenire.

ALK@art

 

Fonte immagine: Repubblica Casa e Design