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SEBASTIANO TUSA… IL MARE è VITA

Ricordo ancora come fosse ora, quel giorno di metà marzo…. Avevamo lasciato le macchine lungo la strada principale, e tutti insieme ci eravamo incamminati percorrendo un sentiero nella macchia mediterranea, che conduceva tortuoso verso il mare. Eravamo un pugno di studenti del nostro corso di laurea, compagni di avventure che, accomunati da una rara passione per l’arte, l’architettura e il mare, avevamo deciso di partecipare a quel corso sull’archeologia, senza sapere che da quella esperienza avremmo tratto un’infinità di informazioni sulla vita di mare, sui reperti di archeologia marina, sulle leggende e sulle storie che trovano scenario nella costa di Scopello. Guida di tale esperienza l’archeologo Sebastiano Tusa che si accingeva quel giorno ad aprire il sentiero per condurci verso il mare.

Ricordo ancora come fosse ora, quel giorno di metà marzo…. Me ne stavo lì nascosto tra quella erbetta, con la schiena sprofondata nel terreno. La nottata era stata alquanto burrascosa, pioggia a catinelle, tuoni, lampi che illuminavano il cielo, ed io sempre lì, notte e giorno, giorno e notte, fermo, immobile. Una nottata infernale, che fece presto a svanire con le prime luci del giorno. Non sto neanche a dirvi cosa trovai al mio risveglio. Tutta l’aria era pervasa da un luccichio, uno splendore, ed era lì, davanti i miei occhi, uno splendido guscio di conchiglia lucente. Socializzammo tutta la mattina io frammento di coccio, e la mia vicina conchiglia. Sarà stato un colore madreperla, non so dire, ma quella forma spiraliforme era la cosa più bella che avessi mai visto in tutti quei secoli e secoli che me ne ero stato lì immobile. Ci raccontammo le nostre vite, i nostri guai.

Ad un certo punto, accadde qualcosa di improvviso, senza neanche fare in tempo a salutare la conchiglia, sentii una pressione intorno alla vita, e venni sollevato da terra. Da lontano la voce della conchiglia mi implorava di tornare da lei, ma ben presto fecero capolino al mio cospetto due occhioni castani sgranati, che mi fissavano. “Io ne ho trovato uno qui! Sembra proprio un pezzo di coccio!” … e ancora, una voce non lontana… “Anche io un altro qui vicino. Sembra incredibile!” Non passò molto tempo che il suono di una voce calma e ben preparata inondò l’aria … mi prese in mano, e giocherellando con i miei spigoli, e poi facendomi passare tra altre mani più piccole, ma altrettanto curiose … raccontò la storia della mia civiltà, come mai nessuno aveva fatto. “Dovete sapere, che…

<< I resti preistorici dei più antichi insediamenti abitativi del territorio di Scopello sono stati rinvenuti all’interno della grotta dell’Uzzo, situata nella riserva naturale dello Zingaro e risalgono a circa 12000 anni fa. In tutta la costa nord-occidentale dell’isola sin dai tempi più remoti si sono insediate diverse popolazioni provenienti da lontani paesi mediterranei e con molta probabilità dall’Asia minore. Le baie, le insenature e gli approdi naturali che caratterizzano la costa, hanno favorito lo sviluppo commerciale delle città élime, e ne sono testimonianza i ritrovamenti di cocci, frammenti di anfore e suppellettili usati dalle antiche civiltà. Secondo fonti autorevoli, la pesca del tonno in questo territorio era praticata ancor prima dell’avvento dei romani e, nei pressi dell’attuale Tonnara di Scopello, si estendeva la mitica città di Cetaria, così chiamata per l’eccezionale abbondanza di pesci pelagici del suo mare.  Della città di Cetaria e della sua tonnara misteriosamente scomparse, oggi sappiamo poco, o quasi nulla.  Alcuni storici sostengono che nell’odierno sito di Scopello viene identificato l’antico insediamento scomparso. Questo porto naturale è stato probabilmente un luogo di ancoraggio già in epoca antica, lo si può dedurre dalle diverse tipologie di anfore e manufatti (ceramiche greche, puniche, africane e spagnole) presenti nel fondale marino dei faraglioni di Scopello e facenti parte del “Museo Sommerso”. Purtroppo, a causa delle scarse informazioni storiche, non si hanno notizie precise sulle sorti della città di Cetaria. Luoghi intrisi di fascino e magia; luoghi impregnati di medioevo e di epoche lontane; epoche di incursioni barbaresche, di gesta eroiche, di pirati e di corsari>>.

“Vedete dunque questo coccio, profuma di mare, sarà rinvenuto tra i sassi dopo qualche mareggiata, e questo ci fa ricordare che il mare è sempre vivo, pieno di vita, e racconta di vite vissute… in una sola parola è vita.”

ALK@art

 

Fonte immagine:  guidasicilia.it