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Aurora, fata dell’isola

Era l’ultimo giorno di campo, sapevo che quella era l’ultima occasione, per quell’anno, di poterla rivedere. Lei, Aurora, la ragazza più bella dell’isola, una fata! Quell’estate i nostri capi scout ci avevano portato per il campo estivo alle Egadi. Avevamo allestito il campo nel boschetto, nei pressi della riserva naturale, che conoscevo da adolescente e che porto ancora nel cuore, insieme al ricordo dei suoi occhi. L’ultima notte del campo, uscimmo in Hike. Quando fai un Hike prendi il tuo zaino, l’occorrente per una notte all’addiaccio, e parti. Lasci il campo, i tuoi compagni e ti dirigi verso il posto segnato sulla mappa, senti la strada sotto gli scarponi, vacilli, ma alla fine arrivi alla meta. Trovi un posticino in cui sistemare le tue cose, ti siedi per terra appoggiando la schiena ad un albero. Preghi, e poi inizi ad esplorare la natura, la terra sotto i tuoi piedi, il mare, una striscia blu che accoglie il tuo sguardo carico di domande all’orizzonte, senti il suono delle onde cullarti l’anima, chiudi gli occhi fai un respiro profondo e ti riempi i polmoni di tutto ciò che ti circonda, l’anima della natura ti scalda e pensi che non potresti essere in un altro posto diverso da quello in cui sei.

Quel giorno pensavo ad Aurora… Tra i ricordi, ogni mattina, scendevamo giù in spiaggia a salutare il mare, come un rito. Ogni notte, prima di casa ci obbligava tutti a salire su uno scoglio, nel buio a sentire il fruscio del mare sotto un letto di stelle.

Un fruscio tra le foglie mi riportò al presente, mi guardai intorno e immaginai il suo volto dappertutto. Ovunque in quell’isola parlava di lei.

Tirai fuori dalla tasca dello zaino la conchiglia che mi aveva donato l’estate scorsa, presi tra le mani il pezzo di legno che mi era accanto e cominciai a incidere il suo volto con tocchi leggiadri e veloci.

L’ispirazione di questo racconto di fantasia nasce dall’artista Debra Bernier. Legno, conchiglie, argilla, sono i materiali utilizzati da lei per creare sculture affascinanti e cariche di significato.

Il legno racconta già la sua storia e, seguendo il suo intrinseco percorso, la scultrice si limita ad estendere o ridurre le curve, i contorni esistenti, modellandoli in forme di animali o in volti di persone.

La scultrice si rifà ai ricordi d’infanzia legati al mare, alla sua famiglia e alla vita all’aria aperta. Le figure femminili addormentate all’interno di conchiglie prendono forma da pezzi di legno ed esprimono la profonda connessione tra l’essere umano e Madre Natura.

L’artista sceglie un pezzo di legno abbandonato, spesso una conchiglia e crea figure umane capaci di fondersi col materiale da cui hanno preso forma.

Debra Bernier raccoglie la maggior parte dei materiali con cui lavora dalle spiagge. La sua arte è fortemente condizionata dal mondo marino: le sue sculture sembrano sirene, addormentate tra l’incavo di una conchiglia, come fate marine che sbucano da relitti abbandonati…

ALK@art

 

Fonte immagine: Pecorenerd