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Venus Shell

A volte non basta il dono della vista per saper osservare ciò che ci circonda. Giulia percepiva solo ombre e nient’altro, la vista se ne era andata in maniera proporzionale alla sua curiosità di vedere il mondo… La voce e le parole di Franz erano ormai i suoi occhi.

Si trovavano nella Galleria degli Uffizi durante i primi giorni della Primavera ed entrarono nella stanza successiva muovendosi a piccoli passi. Giulia capì subito che si trattava di un’opera importante dal sospiro che fece Franz mentre le stringeva la mano: “Botticelli, siamo arrivati nella stanza di Botticelli!” esclamò emozionata.

… (Venere avanzava leggera in tutta la sua grazia e ineguagliabile bellezza fluttuando sulla superficie del mare increspata dalle onde, nuda e perfetta come una splendida statua antica.

 

Aveva dei lunghi capelli color dell’oro che le incorniciavano il volto, e poi, mossi dal vento, scivolavano lungo la schiena fino a coprirle il ventre.

La dea Venere, nata dalle acque, stava per approdare sulla costa di Cipro trasportata da un’enorme conchiglia, come fosse un vero e proprio dono del mare. Il mare, di un intenso color verde acqua, se ne stava lì a lasciarsi accarezzare qua e là da un brivido di vento.

 

Nata dalla spuma e dalle onde del mare e sorretta da una conchiglia, era arrivata fino alla costa in tutta la sua bellezza ed eleganza mossa dal soffio di Zefiro ed Aura che avvolti nella loro indissolubile passione, se ne stavano in alto tra numerosi fiori sparsi.

Sulla riva, ad accoglierla, una fanciulla con un vestito setoso riccamente decorato con fiori e ghirlande di rose e fiordalisi. Una delle Ore, custode dell’Olimpo che presiedeva al mutare delle stagioni, era la Primavera, che porgeva a Venere un magnifico manto rosa, ricamato di fiori di mirto, primule e rose, per proteggerla.)

Il trionfo della nascita di Venere si manifestava davanti ai loro occhi, e di tutti quelli presenti in quella stanza.

 

La mitologia Greca vuole che Venere dea della bellezza e dell’amore, sia nata da una conchiglia; uno delle prime testimonianze pittoriche si trova in un affresco di Pompei risalente al primo secolo avanti Cristo. La conchiglia è di per sé un’opera d’arte, un gioiello naturale che ci affascina per le sue forme, per i suoi colori, per il mistero che nasconde nelle sue volute bizzarre, assurde o geometricamente perfette. Ma vastissimo è stato, attraverso numerose correnti artistiche, l’utilizzo della conchiglia nella pittura, nella scultura e architettura rivestendo il più delle volte un significato simbolico.

Giulia sentiva dentro il rumore del mare, si ricordò di quando da piccola sulla battigia si dilettava a raccogliere conchiglie che il mare le consegnava, come fossero veri e propri doni.

Il mare aveva donato ancora una volta un po’ di sé, tramite una conchiglia, aveva generato una dea.

 

ALK@art

Fonte immagine: theartsglobetrotter.com