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Pirate alla conquista della Moda…

Una storia va raccontata dall’inizio. Vogliamo partire dalle vicende di una giovane donna di origini inglesi di nome, Vivienne Isabel Swire, meglio conosciuta come Westwood, cognome dovuto probabilmente al suo primo marito. Sì, è proprio lei, la paladina della moda o meglio la pasionaria della moda!

La sua è una vita fuori dall’ordinario, ricca di eventi, stimoli e incontri che hanno segnato non solo la sua esistenza ma anche il suo approccio artistico con la moda. Un’evoluzione continua quella di Vivienne, andata sempre di pari passo con le vicissitudini storico-culturali del suo tempo. E’lei che ha reso possibile il racconto, attraverso gli abiti, le lotte e le rivincite sociali.

Grazie a una raccolta delle sue più celebri collezioni esposte un paio di anni fa al museo di moda The Museum at Fit di New York è stato possibile ripercorrere un itinerario lungo gli anni d’oro della stilista britannica, dal 1980 al 1989. Il nostro focus va agli anni 80’, perché sono anni pieni di spunti per la storia della moda ma anche perché, proprio in questo periodo la celebre designer passa alla storia sia come personaggio esuberante ed eccentrico sia per le sue creazioni cult.

Se la sua è una moda nata dalla cultura di strada, altrettanto determinante per la nascita dello stile punk è stata l’influenza dell’altro marito Malcom McLaren, manager del gruppo musicale Sex Pistols. Attraverso la rielaborazione di indumenti pin up, stravolti con l’inserimento di catene, capi di pelle, spille da motociclisti, cinghie e infine le fibbie dei feticisti, la Westwood si opponeva alle convenzioni stilistiche delle vecchie generazioni.
A seguito di alcuni eventi personali ecco una novità nel suo stile, decisamente più strutturato, femminile e di ispirazione storica, come l’utilizzo delle mini crinoline che l’hanno resa famosa.

Il successo giunge al suo apice nel 1981 con la prima collezione Pirate che ripropone lo stile punk urbano, unendo tradizione e tecnica. Gli abiti evocano un immaginario di banditi, dandy e bucanieri, di cui una delle caratteristiche più forti è che fossero“unisex”.

Dopo qualche tempo le sue collezioni vengono presentate a Londra, New York e Parigi e solo nel 1990 la designer viene consacrata con il titolo di British Designer of the Year.

Inoltre a Vivienne Westwood va attribuito l’indiscusso merito di aver riportato nella moda l’uso del corsetto e del faux cul.
La sua arte però va ben al di là della sola moda…Vivienne è un’artista attiva nella politica e nel sociale, non a caso i nomi particolari delle sue collezioni: Buffalo collection, Harris Tweed collection famosa per gli iconici stivali Rocking Horse. E ancora, la Civilizade collection riconosciuta per la maglia bi-colore, unione tra costume storico e mondo street.
Ritornando alla Pirate collection ci potremmo chiedere: perché proprio loro? Chi meglio dei pirati è stato il simbolo della rivendicazione per il raggiungimento di una conquista? L’attività illegale di quei marinai che abbandonavano per scelta o per costrizione il lavoro sui mercantili, dedicandosi ad una vita sgregolata. Infatti, abbordavano, depredavano e affondavano le altre navi in alto mare che nelle insenature per ricavarne ricchezze. Probabilmente, la Westwood affascinata dalla fantasiosa realtà di galeoni, tesori e pirati dà vita a creazioni geniali e ribelli.
Tanti i pettegolezzi, le onorificenze e i riconoscimenti ottentuti negli anni dalla designer britannica, la sua è una vita e una carriera che intriga e affascina. Negli ultimi tempi, tra le sue più celebri collaborazioni in film che hanno lanciato le nuove tendenze dell’universo fashion, è impossibile non citare l’abito da sposa disegnato per Carrie Bradshaw, la celebre protagonista di Sex and the City.

La Westwood, quindi, sa stupire anche nel favoloso mondo della moda a tinte rosa, perché, come tutti le menti geniali, lei non ha solo un dark side, ma sa anche far sognare e innamorare…

ClarKinstyle

 

Fonte immagine: Pinterest