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Musica delle sirene

Gli esami di fine anno si avvicinavano, ed io ero ancora indietro con il programma, per non parlare degli acquerelli che avrei dovuto consegnare alla prof di discipline grafiche un mese prima della fine delle lezioni e che, ahimè, ogni sera abbandonavo al primo messaggio delle mie amiche “stessa ora stesso posto? mi è sembrato di averlo visto in giro”, e si sa che un tempo i messaggi erano contati, si rispondeva con un sì o con un no, nient’altro, e il più delle volte era un si! Quella sera arrivò, con quella sua camicia e i capelli sciolti come sempre, parcheggiò la moto e scese salutando i suoi amici. Non so ancora spiegarmi dopo tanto tempo il perché, tanto che ancora a volte ci penso, ma fatto sta che quella sera conobbi lui ed il mondo che portava dentro. Mi prestò un cd dei suoi, e fu così che poche ore dopo mi ritrovai nello studio di mio padre ad ascoltare un album dei Metallica “For metallians only”. Non vi dico le grida di mia madre, ma quella musica, quella tensione nelle corde e i colpi della batteria mi sembravano così energici e così travolgenti come un mare in tempesta. Indossai le cuffie, e continuai ad osservare la copertina del disco. Non so dirvi, ma ascoltando quella musica fui travolta da quelle onde, da quel richiamo del mare e quella sera, intingendo il pennello in acqua salata, composi i miei primi bozzetti.

La copertina era del pittore Pierre Lacombe, un artista molto eccentrico che raffigurava in tutte le sue opere esseri quasi mitologici, sirene con le sembianze di satiri, le cui membra si intrecciavano con la flora, i capelli inondati di fiori e che profumavano di natura.
Il quadro in questione era molto di più, sirene scaraventate sulla riva dal mare in tempesta, e lasciate lì sugli scogli ad attendere comandanti di navi travolte dal mare da ammaliare. Tra le onde, in lontananza, velieri in balia della tempesta, quel tormento, quel suono così martellante ed energico, suono di batteria, bacchette che sbattono sui tamburi, chitarre elettriche, ritmo metal. Ed ecco il perché. La forza vitale del mare, la forza di madre natura che si manifesta con le onde capace di trasportarci oltre la percezione dei nostri sensi, è la stessa forza che possiede la musica.
E tra il tormento un’ancora di salvezza, l’azzurro del mare, delfini, l’eco delle sirene, quel suono così cantilenante che riesce a penetrare anche le orecchie più distratte, quell’armonia di suoni che ci trasmettono le dita di un chitarrista quando sfiorano le corde di una chitarra, lentamente, come se quel minuto dovesse durare in eterno, quel suono dolce che senti dentro le orecchie, nella pancia, poi scorrere nelle tue vene e pervadere il corpo. Picchi di emozioni che solo la musica può darci, e forse il mare. Provate ad ascoltare “Orion” e poi mi dite se dopo circa tre minuti di tempesta, non sentirete anche voi le Sirene…

ALK@art

Fonte immagine: Artist Pierre Lacombe in Metallica Album