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La spiaggia delle conchiglie e il Nautilus

Il viaggio per Sharm el Sheik era stato lungo: oltre 4 ore di volo da Roma al Cairo e adesso un secondo aereo era pronto a portare un gruppo di amici nell’agognata meta turistica. Avevano deciso di trascorrere, per la prima volta nella loro vita, sette giorni in Egitto per festeggiare i 50 anni. Prima ancora di acquistare i biglietti alla comitiva si erano poi aggiunte Paola e Brigitte.

I cinque amici alloggiavano in un grandissimo hotel 4 stelle lusso, il Pyramisa, costruito sul litorale di Sharm. Il pacchetto-vacanza includeva diverse escursioni: una tappa a nord in un’oasi faunistica  ricca di mangrovie sulla barriera corallina, la visita guidata al Parco Nazionale di Ras Mohammed e infine l’escursione alla spiaggia delle conchiglie.

Immergersi in quelle acque piene di vita con pesci tropicali multicolori, carangidi e tartarughe marine era uno spettacolo unico nel suo genere. Ogni giorno trascorso sulle spiagge coralline e poi in mare, nel mondo silenzioso e misterioso di quelle acque fu un’esperienza affascinate.

I paesaggi ricchi di mangrovie, caratteristiche piante tropicali le cui radici affondano nell’acqua del mare, erano straordinari. Ma quello che colpì particolarmente il gruppo di amici fu la visita al parco di Abu Galum, un’area protetta molto varia, dove spiagge sabbiose si alternano a spiagge di ciottoli e conchiglie e montagne granitiche si gettano a strapiombo su un mare dalle splendide acque azzurre e trasparenti, piene di vita grazie alla presenza di una barriera corallina ancora incontaminata.

I cinque cominciarono l’escursione partendo con un fuoristrada che li avrebbe condotti alla riserva. Prima era previsto una sorta di safari nel deserto dove, durante una breve sosta in un villaggio beduino, venne offerto loro un tipico tè aromatico preparato con foglie di habak o menta del deserto.

Arrivati all’ingresso della riserva di Abu Galum iniziarono una cammellata in riva al mare di circa un’ora che li condusse attraverso un percorso un po’ sconnesso ma spettacolare, tra mare e roccia, fino alla spiaggia delle conchiglie. Un litorale sabbioso esteso per oltre tre chilometri ricoperto da ciottoli e conchiglie di diverse specie e dimensioni, che nessuno poteva toccare. Erano la parte preziosa di un tesoro naturale a cielo aperto che per motivi misteriosi l’essenza divina aveva concentrato in quell’arenile deserto.

Nessun insediamento umano, solo sabbia dorata, ciottoli e conchiglie, cielo azzurro e mare verde smeraldo, un invito irresistibile a rinfrescarsi. Appena il tempo di asciugarsi e riposarsi un po’ che venne loro servito un pranzo tradizionale beduino sotto una tenda: riso, pesce alla griglia, verdure e salsicce. Poi tornarono in hotel e la vacanza proseguì tra colpi di scena e meraviglie di un mondo esotico.

Il ricordo di quel viaggio indimenticabile affiorò alla mente di Brigitte quando, diversi anni dopo, ritornò al Museo Mandralisca di Cefalù. Mentre si trovava nella pinacoteca del museo ad ammirare il famoso quadro Ritratto d’Uomo di Antonello da Messina, noto per il suo sorriso enigmatico, si rese conto di quanto aveva perduto e di quale ricchezza culturale custodisse la sua terra.

A 20 anni era partita per il Nord per motivi di lavoro e aveva dovuto abbandonare Cefalù, la ridente cittadina di pescatori a lei tanto cara. Si trovava lì per fare conoscere al suo compagno veronese Aldo le sue origini siculo-francesi.

Brigitte e Aldo completarono la visita spostandosi nella sezione malacologica del museo, una collezione di circa 2.000 conchiglie che il barone Enrico Pirajno di Mandralisca, appassionato di elementi naturali, aveva donato al Comune di Cefalù insieme ad altre opere.

Gli occhi di Brigitte si posarono inaspettatamente sulla sezione di una conchiglia. Era un Nautilus pompilius che aveva da sempre ispirato la sua creatività orafa e che aveva dato il nome a una delle sue collezioni di gioielli, Nautia.

Uscendo dal museo e attirata dall’odore di pesce proveniente da una stradina del centro, ricordò il ristorante dell’amico Marco. Felice di ritrovarlo aperto, propose al compagno di fermarsi a gustare uno dei suoi piatti siciliani preferiti.

CIK

 

Fonte immagine: qualecefalu.it